La tassa auto dei veicoli storici
Le auto di interesse storico e collezionistico che hanno più di vent’anni ma meno di trenta non godono più di agevolazioni o esenzioni dal 1° gennaio 2015 e la Corte Costituzionale lo ha ribadito a luglio 2016.
La legge di Stabilità 2015 aveva stabilito così. Tuttavia in contrasto con questa norma, alcune Regioni hanno continuato ad agevolare i veicoli aventi più di 20 anni ma inferiori a 30 anni. La Corte Costituzionale (sentenza n.199/2016) ha messo la parola fine alla controversia: le Regioni si dovranno adeguare alla Legge nazionale.
In particolare, il bollo per le auto storiche, cioè fra i 20 ed i 29 anni, va pagato in tutte le Regioni e le Province autonome secondo le stesse regole che sono in vigore per le auto più recenti. Nessuna esenzione o agevolazione, pertanto, neppure se previsto dalle norme regionali: il Ministero dell’Economia sostiene infatti che le Regioni non possono legiferare in contrasto con le norme nazionali.
Nella seguente tabella (clicca QUI), sono classificate regione per regione le tariffe e i riferimenti di legge, in base alle diverse categorie di auto d’epoca.
Benché la complessa ed articolata regolamentazione delle auto d’epoca non sia stata mai totalmente chiara, si sa che i veicoli storici per la legge italiana sono classificati in auto d’epoca e veicoli di interesse storico e collezionistico.
* Rientrano nella categoria di auto d’epoca i veicoli cancellati dal Pubblico Registro Automobilistico e destinati alla esposizione in un museo, alla partecipazione ad eventi e manifestazioni autorizzate.
* I veicoli di interesse storico e collezionistico sono quelli regolarmente iscritti ad uno dei registri riconosciuti dalla legge, ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI, che posseggono un certificato di rilevanza storica e collezionistica.