Il Documento Unico di Circolazione

Il documento unico di circolazione, il documento rivoluzionario previsto nell’agosto di due anni fa, slitterà a giugno del 2018, quindi la decisione di attuare la riforma Madia della Pubblica Amministrazione, viene lasciata al prossimo Governo.

E’ scritto sul Decreto attuativo della Pubblica Amministrazione, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri.

In Italia pare che il solo problema sia il documento unico di circolazione al posto dei due documenti attuali: la carta di circolazione e il certificato di proprietà. Ricordiamo che, come in Italia, anche in Germania e in Spagna esistono due documenti per veicolo.
Il vero problema è naturalmente di natura economica ed infatti qualsiasi riforma si blocca quando prevede un risparmio di imposte e tasse per i cittadini e di conseguenza un minor introito per lo Stato a cui non è possibile rinunciare. Ecco perché la semplificazione dei documenti di circolazione è ancora ferma al palo e la guerra tra Ministero dei Trasporti (colpito da anni dalla spending review)  e ACI/PRA (che incassa l’IPT per conto delle province, oltre a 27 euro per formalità) si sbloccherà solo quando non diminuiranno le imposte e quando ACI non rischia di perdere il proprio ruolo.

Su questo tema, il Sole24Ore ha scritto un articolo chiaro. Leggi QUI.